LE GRU (Grus grus) NEI CIELI DEL SALENTO!
di Oreste Caroppo
In autunno e in primavera, imprevedibili, di giorno o nel pieno della notte, nel cuore della Puglia del Sud, anche sulla Città di Maglie, nei loro magici misteriosi viaggi migratori attraverso mari e monti, le Gru attraversano il cielo, ed i loro canti, coro di instancabili ric…hiami, di solide collaborazioni, risvegliano il nostro cuore nel suscitato ricordo di selvagge immutate melodie quasi udite dai nostri avi nei millenni trascorsi e impresse nei meandri più inconsci del nostro sangue!
Sebbene ligie ai loro atavici transiti sulla terra salentina, quanti possono riconoscersi oggi tanto fortunati d’averne visto o udito i loro stuoli signori dei cieli !?
Pochi, eppure chi le ode non ne dimenticherà mai più la magia, ed ogni simil suono ritmato nel cielo, susciterà in loro, come in me, un sussulto, come di innamorati dei misteri più antichi e belli della natura, ed un impulso irresistibile li trascinerà fuori repentini ad ammirare nubi e profondità celestiali in cerca di quelle grandi ali sicure, di quei colli sinuosi e distesi innanzi, di quei suoni richiami delle nostre coscienze nelle profondità del creato!
E per intuito, in quei rarissimi eterni secondi di infinita emozione, capirai che difendere la Gru e permetterle di continuare a volare nel cielo è difendere noi stessi!
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Che belle parole dedicate all’organismo migratore che con il suo volo di promessa e di speranza da la sua conferma per il perpetuarsi della sua specie.
Credimi la penso come te! Di fronte ad un uccello migratore bisognerebbe solo inchinarsi e mai prendere un fucile e poi bum!
“Amo i grandi alberi, le piante e gli animali, essi mi paiono antenati. Se non amassi tanto la natura non saprei come vivere. La sua gioia è un dono di Dio e diffido da qualsiasi uomo che non la ami perchè temo il buio della sua anima”
(Ottone di Lauenburg)
Colonna sonora e immagini, nonché le sentite, poetiche frasi del testo: attimi d’intensa spiritualità. Grazie.
Sono fra quei pochi “umani” che si riconosce grandemente fortunato per aver visto, più volte, le gru volare nel cielo salentino.
Due volte ho colto il loro migrare all’improvviso e posso dire che si assiste come ad un’apparizione. E’ il loro canto che attira l’attenzione, se non siamo distratti e immersi nei rumori del viver cittadino. Alzi istintivamente lo sguardo, ti smarrisci nella vastità del cielo…e finalmente le vedi che sorvolano il tuo capo.. in certi giorni in cui l’aria è particolarmente rarefatta e le nuvole son lontane pennellate. Passano veloci, in formazione, come una freccia e non le vedi più, rimani con lo sguardo sgranato e ti sembra di aver sognato e ti rimane il desiderio di vederle ancora.
Grazie per questo breve e prezioso richiamo alla bellezza che ci attraversa con discrezione, anche se con clamor di voci. La nostra era una terra di migrazioni e forse potrà tornare ad esserlo ancora. Bellissimo anche il contributo video: “Il popolo migratore” è il film più amo di più e che rivedo sempre con grande piacere.
Ho ripescato questo post perchè ha il sapore di una bellezza arcaica.
bello Wilma, hai raccontato una situazione ricorrente …