Una figura di mezzo crùsciulu
di Armando Polito
Ritorno sul post di Antonio Bruno (https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/03/20/unum-tantum-edo-uno-e-basta-questo-e-il-corbezzolo/) e, in particolare, sul mio relativo primo intervento per procedere alla dovuta autoflagellazione. Mi era, infatti, sfuggito un pezzo della Naturalis historia di Plinio precedente a quello da me citato (XV,99): Pomum inhonorum, ut cui nomen ex argumento sit unum tantum edendi. Duobus tamen his nominibus appellant Graeci comaron et memaecylon, quo apparet totidem esse genera; et apud nos alio nomine arbutus vocatur (Frutto senza onore, sicché il suo nome deriva dal fatto che vale la pena mangiarne solo uno. Tuttavia i Greci lo chiamano con i nomi di comaron e mamaecylon, per cui pare che altrettante siano le specie; e presso di noi è chiamato con altro nome arbutus).
A questo punto, però, non mi somministro altre frustate, poiché rimangono confermate tutte le altre mie riflessioni relative all’impossibilità, almeno per me, di accettare l’etimologia pliniana. Non tutti sanno, infatti, che le etimologie proposte dagli antichi sono molto traballanti e in non pochi casi sono delle paretimologie, vale a dire etimologie popolari che nulla hanno di scientifico. Tutti i dizionari di latino concordemente attribuiscono alla e di unedo la quantità di lunga, compreso il Forcellini2 che, evidentemente accortosi dell’incongruenza della e lunga di unedo con l’etimologia pliniana, salomonicamente e troppo decisamente afferma: “Unde et cognoscimus, corripere paenultimam” (Donde conosciamo pure che abbreviavano la penultima)3. La conclusione mi appare affrettata e, come tutte quelle legate all’uso parlato e non scritto del latino (o di altra lingua antica), documentabile solo da qualche forma (finora non emersa) presente in qualche epigrafe pompeiana.
Un’ultima annotazione: la scarsa considerazione in cui gli antichi tenevano questo frutto quasi certamente è alla base, nel neretino, del suo significato traslato di stupido, anche perché non riesco a capire di quale altra voce possa essere deformazione eufemistica (come succede, solo per fare un esempio, in cacchio per cazzo). E questo, oltre che a necessaria integrazione, pure ad esplicitazione del titolo.
1 Ma sono proprio un cretino se mi son lasciato sfuggire questo pezzo!
2 Totius Latinitatis lexicon, tomo IV, Giachetti, Prato, 1845, pag. 700, lemma unēdo.
3 Pronunziavano cioè ùnedo la voce unēdo (che correttamente andrebbe letta unèdo), come se fosse unĕdo.