GLI OMOFONI DEL DIALETTO NERETINO A FUMETTI (11): lièntu.
Il professore paragnosta.
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1 Professore, perché all’andata eri così lento ed ora te ne stai tornando in fretta?
2 Da quella parte c’era una puzza di sudiciume che ti faceva morire.
3 Sarebbe stato meglio che fossi rimasto…
4 So che stai pensando…domani t’interrogherò.
Nel dialetto neretino lièntu può significare sia lento [come l’italiano, dal latino lentu(m)=pieghevole] che puzza di sudiciume: in questo caso la voce, per la quale il Rohlfs non propone alcuna etimologia, potrebbe essere dal latino olente(m), participio passato di olère=aver odore, con connotazione negativa, aferesi di o– (per errata discrezione dell’articolo: *l’olente>lo lente), normale passaggio –e->ie– (lente>liente) e consueta regolarizzazione della desinenza.
Dal dialetto della Campania.
liéntö: sost. Muffa. agg. Ammuffito.
etim. Dal latino “olère”, emanare forte odore, in genere cattivo odore. Anche spagn. “liento”, umido.
*BAS. E Cianna, lassato li contrapise, vasaie la mano a la vecchia, la quale senteva de muffa e feteva de liento,
*CORT. Iette co duie guarzune de librera
‘Nnante, et ognuno avea na ntorcia a biento;
Ionze a lo luoco addove Rienzo era
E le dìje ‘n facce n’afeto de liento:
*FAS. Pocca nce pigliarria cierto de liento.
Caro Salvatore, grazie ancora una volta del tuo intervento, anche perché, leggendolo, mi sono accorto a proposito di olènte(m) di aver scritto participio passato, da correggere in presente. Impossibile dire, poi, se la forma napoletana (non credo torrese, perché non compare nel tuo vocabolario) è di ascendenza spagnola; la cosa è ancora più difficile per la voce neretina, in quanto nel nostro dialetto una originaria e lunga latina ha sempre ei come esito. Un caro saluto.