di Paolo Vincenti
“Gallipoli e le sue donne” è una pubblicazione del Crsec Le/48 Gallipoli, a cura di Cosimo Perrone, che fa luce sul passato glorioso della cittadina Jonica attraverso le imprese delle sue donne, vale a dire quelle, più o meno conosciute, eroine del passato, che hanno contribuito a fare grande la sua storia.Con una scrittura agile e molto chiara, l’autore ci offre uno spaccato dell’universo mondo femminile, l’altra metà del cielo gallipolitano, partendo dalla vita leggendaria di alcune donne vissute nel Cinquecento (“Gli amori di Maddalena e di Elisabetta Sansonetti”e “Gli amori di Erminia Scaglione”) che “fanno accostare l’ideale femminile gallipolino a quello greco”, passando per “La serva di Dio Lucia Solidoro”, nata nel 1910 e morta nel 1933 a soli 23 anni, in odor di santità, poi per l’eroina del Risorgimento Antonietta De Pace, forse il personaggio femminile più intenso e importante a cui Gallipoli abbia dato i natali, fino a Sofia Stevens, delicata poetessa dell’amore, vissuta nell’Ottocento, “l’ultima e la più soave Camena gallipolina, dalle fattezze elleniche, dal cuore di Saffo”, come ebbe a scrivere Emanuele Barba in “Scrittori ed Uomini insigni di Gallipoli”, riportato da Perrone. Ed ancora, tutte quelle donne che hanno svolto i lavori più umili ma al tempo stesso importanti per l’economia salentina del tempo passato, i cui nomi non rifulgono nel firmamento delle glorie gallipoline, al pari di quelli delle donne testè elencate, ma che meritano tutto il nostro rispetto ed un accorato ricordo per il ruolo determinante che hanno svolto nella società del secolo scorso.
Parliamo delle tabacchine, delle tessitrici e delle contadine salentine. L’autore, inoltre, si occupa della “Donna gallipolina nella letteratura”, come la “Nifide” descritta dal Galateo in un suo famoso epigramma o quelle dal medico galatonese descritte nella sua opera “Callipolis descriptio”, ed inoltre le donne cantate dai poeti dialettali come Nicola Patitari. Un altro capitolo è dedicato alla “Donna nei Motti e nei Proverbi gallipolini”. Le foto che compaiono nel libro sono opera di Cosimo Perrone, Mario Milano ed Elio Pindinelli. L’autore, poi, si occupa in appositi capitoli, della “Donna nel Mondo Antico”, della “Donna nel Folclore” e della “Donna nel Mito”. E a proposito di miti, in “Appendice”, Perrone riporta “Il mito della Mamma Sarena a Gallipoli”, uno scritto di Uccio Piro, in cui si rievoca la leggendaria figura di questa sirena gallipolitana alla quale lo stesso Piro ha dedicato, nel 1976, una fanta-favola, “La fija de la Mamma Sarena”, in dialetto locale. Le sirene, a partire dalla mitologia greca, evocano in tutti noi un fascino antico e misterioso e, si può capire, massimamente presso un popolo di pescatori è facile che si incontrino storie che hanno come protagoniste le mitiche fanciulle, metà donna e metà pesce, figlie di Forci e di Ceto. E una splendida fanciulla, Mamma Sarena, appunto, viene invocata in alcuni detti ed in una storia popolare molto antica, tramandata a Gallipoli di madre in figlia. Nello scritto in questione, viene riportata questa favola molto conosciuta a Gallipoli fino alla Seconda Guerra Mondiale. “Mamma Sarena”, inoltre, è il titolo di una rivista che si pubblicava nella Perla dello Jonio a fine Ottocento, e la sirena gallipolina è anche la protagonista di una canzone popolare, di autore ignoto, che alcuni gruppi folkloristici ancora oggi cantano nelle piazze. Le Sirene, insieme ad Artemide, Ermione, Aristeo ed Euridice, sono “I personaggi mitologici nella cultura popolare gallipolina” che vengono passati in rassegna dall’autore nell’ultimo breve capitolo a chiusura del libro. Una “Bibliografia” abbastanza esaustiva e l’ “Indice” concludono un lavoro veramente interessante, per quanto leggero e disimpegnato, frutto della collaborazione fra i funzionari del Crsec Le/48 di Gallipoli ed il loro Direttore.
(Pubblicato su “Città Magazine”, 16-22 febbario 2007)