di Antonio Bruno
Da sempre il problema di vendere i prodotti è stato l’assillo che toglie il sonno. L’olio è un prodotto che va venduto entro l’anno altrimenti la sua qualità decade. Il punto è riuscire a far provare un prodotto di qualità come l’olio al consumatore. All’estero poi c’è il passaparola che aiuta nelle vendite ed è la qualità che ci differenzia dai prodotti locali. Insomma bisogna per prima cosa informare, fare assaggiare e poi vendere. Nel caso dell’olio d’oliva moltissimi all’estero ne hanno sentito parlare, ma occorre insegnare come deve essere consumato.
E’ semplice i produttori di olio d’oliva del Salento leccese devono fare cultura al consumo. Dopo avere condotto delle campagne d’informazione organizzando test d’assaggio sicuramente si raccoglieranno risultati positivi. Insomma i produttori di olio d’oliva del Salento leccese prima dovrebbero fare informazione e poi, se serve, pubblicità.
I mercati che si dovrebbero raggiungere con questi semplicissimi accorgimenti sono Germania, Francia e Spagna e tutti i mercati d’Europa, ma i test d’assaggio andrebbero fatti anche a Mosca, in Giappone, in Nuova Zelanda e a Taiwan. Ogni settimana si dovrebbe spedire in quei lontani paesi del prodotto.
Ma la ricetta per sfondare sui mercati esteri è proporsi alle catene della gdo internazionale con delle azioni di supporto alla vendita direttamente nei supermercati. La stessa strategia che ha premiato il Parmigiano-Reggiano, dopo che negli ultimi anni insieme al cugino Grana Padano è stato al centro di un rally dell’export.
Nel 2008 hanno proposto per sostenere azioni di marketing diretto agli esportatori di introdurre azioni di marketing direttamente nei punti vendita. Il primo anno hanno messo a disposizione 3,5 milioni di euro, nel 2009 altri 2,5 anche se erano in attesa dei finanziamenti erogati nell’ambito dell’agenzia Buonitalia dal ministero delle Politiche agricole. Fondi arrivati quest’anno e che condividono con il Consorzio Grana Padano. A questi importi gli esportatori contribuiscono per un altro terzo. Nel 2010 il nostro budget dovrebbe aggirarsi intorno ai io milioni. I mercati interessati sono la Russia e si sta iniziando a guardare alla Cina.
Ma c’è un grande volano per far conoscere l’albero da cui si ricava l’olio d’olivo: abbracciarlo!
Milioni di anni fa siamo scesi dagli alberi, per poi passare gran parte del nostro tempo a tagliarli o bruciarli. Da diecimila anni abbiamo anche imparato a piantarli e ad accompagnarne la crescita, ma lo abbiamo fatto sempre di meno. E adesso che avremmo bisogno di loro per mantenere gli equilibri ecologici, ci accorgiamo che sono troppo pochi. Abbiamo già tagliato almeno la metà delle foreste del pianeta, nonostante i loro alberi abbiano reso il suolo fertile e l’aria respirabile, mitigato gli eccessi del clima, fornito legna, frutti, ombra, bellezza per mille usi indispensabili e piacevoli.
Ci sono molte buone ragioni per abbracciare gli alberi: fa bene allo spirito e all’istinto materno. Aiuta a ritrovare l’equilibrio interiore, a recuperare la dimensione del sè, ad essere genitori migliori, più armonici, per i propri figli.
Il Comune di San Casciano ha deciso di prendere in prestito un’antica tecnica orientale proponendola in forma sperimentale alle neomamme in un programmma di prevenzione della depressione post parto. In realtà la tecnica è antichissima: gli aborigeni australiani lo facevano per assorbire energia vitale. Tra questi alberi c’è l’olivo: l’olivo diventa tutor ‘naturale’ a sostegno delle mamme, in cerca di energia e dello spazio di donna perduti dopo l’esperienza di rinascita fatta insieme al proprio piccolo.
Abbracciare un albero significa stabilire un contatto con l’origine della terra, una fonte generatrice di energia che può essere paragonata a quella della donna mentre dà alla luce una nuova creatura. L’incontro con l’albero è l’incontro con l’ambiente.
Io vi voglio raccontare di come si fa l’olio nel Salento leccese e degli alberi che sono qui ad aspettarvi per essere abbracciati.
Si! Tra gli alberi che potete abbracciare ci sono quelli del Fondo “Polisene” in agro di Ugento del mio amico Vincenzo Pezzulla Un ettaro di oliveto (Ha 1.00.00) con 110 alberi di olivo, 50 dei quali hanno 200 – 300 anni e 60 alberi appena 20 anni (mazzareddre) tutti della Varietà Oliariola. Mi ha anche raccontato come cura i suoi alberi, non mi ha chiesto una consulenza, mi ha solo narrato un’altra agricoltura che c’è, reale, che si incarna nelle paratiche che vi riferisco.
Il mio amico, intorno al 15 Marzo, interviene sui suoi alberi con un Trattamento contro l’ occhio di pavone (fungo che attacca le foglie dell’albero di olivo) utilizzando una miscela che spruzza sulla chioma di concime fogliare 20 – 20 – 20; anticrittogamico, insetticida.
Poi ai primi di Maggio il mio amico Vincenzo interviene sul terreno pieno di erbe spontanee con un Trincia erba oppure con il decespugliatore. Alla fine dell’intervento è possibile vedere la formazione di un tappetino giallo su tutto il terreno.
A fine giugno Vincenzo interviene con l’ Irrigazione di 150 metri cubi d’acqua in media ogni albero ha 4 spruzzatori terminali che sono a lui poggiati alimentati da un impianto aereo fisso. Vincenzo ripete l’ irrigazione in media ogni 15 giorni con 8 interventi irrigui per un massimo di 1.200 metri cubi per ettaro.
Poi sia a Luglio che a settembre fa sciogliere nell’acqua che serve da irrigazione 3 quintali di urea , realizzando la fertirrigazione.
A fine fine settembre primi di ottobre trattamento insetticida contro la mosca (Diptera Brachycera Schizophora Acalyptratae Tephritidae è una specie carpofaga, la cui larva è una minatrice della drupa dell’olivo). È considerata l’avversità più grave a carico dell’olivo, per questo Vincenzo effettua un intervento spruzzando sulla chioma degli alberi di olivo una miscela di concime fogliare 20 – 20 – 20; anticrittogamico, insetticida.
A questo punto a fine ottobre effettua una Prima raccolta che ha anche la funzione di pulizia delle aree impiegando il soffiatore sul terreno. Con il soffiatore si accumulano le olive, poi con le scope si fanno i cumuli, a questo punto con un coperchio di plastica tagliato in due si raccolgono le olive e si ripongono nelle tinelle.
Le olive raccolte dalla tinella vanno nella cernitrice con defogliatore a motore.
Una volta che si è finita la cernita si mettono le olive nelle cassette da 33 Kg o in cassoni di 3 quintali e 40 e vengono trasportate con un carrello al Frantoio, qui il pesatore provvede alla pesa e solo a questo punto le olive vengono scaricate e poi molite.
Si ottiene un olio Olio che ha un acidità da 1 a 5 – 6 gradi (olio lampante); la Resa delle olive è del 6% (da 100 chili di olive si ottengono 6 chili di olio).
La Prima raccolta delle olive che poi daranno olio di qualità Vincenzo la effettua dopo il 2 novembre. Il mio amico prima mette la rete sotto l’albero dopo di che sale con le scale sulla pianta e poi con il pettine di plastica fa distaccare le olive dal peduncolo.
L’orario di lavoro dalle 8 alle 13 per ogni albero di olivo. Ma Vincenzo si è organizzato e chiama un conto terzista che con lo scuotitore riesce a impiegare solo 10 minuti al massimo per ognuno dei 110 alberi di olivo. Il Conto terzista per la sua prestazione chiede intorno ai 170 Euro al giorno e riesce a raccogliere 50 – 80 quintali di olive.
Sia che siano spurgate a mano che con lo scuotitore si raccolgono ogni 20 giorni 30 – 40 quintali di olive che daranno una resa 6% di olio che avrà un’ Acidità da 0,2 a 1 grado.
Il raccolto delle olive avviene ogni 20 giorni ovvero Vincenzo effettua circa sei raccolti l’anno per una produzione totale di 180 quintali di olive di cui 60 quintali raccolti da terra (olio lampante).
Prima di ogni raccolta stessa operazione di prima del 2 novembre e si ottengono 25 quintali di olive alla resa del 6%.
Dai 180 quintali di olive Vincenzo ogni anno ottiene in media 7 quintali di olio extra vergine e 4 di olio lampante.
Voglio sottolineare che Vincenzo da anni fa così il suo olio ma voglio anche dirti che se tu vorrai adottare un suo albero, per abbracciarlo e per assaporare il suo olio potremo stabilire insieme a lui come far stillare da quelle olive l’olio dei tuoi sogni e come trattare la pianta che abbraccerai!
Bibliografia
Anche con il passaparola si conquistano nuovi mercati – Il Sole 24ore del 10 maggio 2010
E’ importante proporsi alle catene della gdo – Il Sole 24ore del 10 maggio 2010
Giuseppe Barbera: Abbracciare gli alberi – Mondadori
A Cerbaia le mamme abbracciano… gli alberi
http://www.gonews.it/articolo_55088_Cerbaia-mamme-abbracciano-alberi.html
ciao Antonio, bella questa nota.
Appena posso ti mando un olivo da abbracciare (se ci riesci)
Siamo a cavallo (de Cutrufianu)!
CIAO ANTONIO, VIENI AD ABBRACCIARE L’OLIVO CHE COME TI HO PROMESSO HO PUBBLICATO SULLA MIA BACHECA…. A PROPOSITO COMPLIMENTI PER LE TUE SAGGE CONSIDERAZIONI DELL’ULTIMO POST.
A PRESTO