STUDI IN MEMORIA DI ANTONIO MICHELE FERRARO
di Paolo Vincenti
Due anni fa, la Microchips di Tricase diede alle stampe un volumetto di Studi in memoria di Antonio Michele Ferraro, per le cure di Mauro Ciardo e Sergio Torsello (2008). Si tratta di un piccolo libro che raccoglie una serie di saggi scritti da alcuni autori locali come omaggio all’intellettuale di Castrignano del Capo, morto nell’agosto di tre anni fa annegato in mare in circostanze mai chiarite, per conservarne viva la memoria, non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra i suoi amici e parenti e fra quanti hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne le doti di storico e ricercatore finissimo nonché la sua carica umana. Il libro, impreziosito da un lavoro inedito dello stesso Ferraro, si presenta molto semplice e scarno nella impaginazione e nell’elaborazione grafica ma questo, stanti le scarse finanze a disposizione dei curatori, è quanto di meglio si sia potuto fare per ricordare un intellettuale schivo, preparato ma molto spigoloso, sulla cui figura, dopo morto, si correva il serio rischio che scendesse una coltre di dimenticanza o peggio di indifferenza. Ecco cosa scrivono gli stessi curatori nella Presentazione: “ A due anni di distanza dalla scomparsa dello studioso, ma soprattutto amico, Antonio Michele Ferraro, avvenuta il 12 agosto 2006 all’età di 54 anni, abbiamo sentito il dovere di omaggiare la sua memoria con una raccolta di saggi. Il passaparola tra gli studiosi ha dato i suoi frutti quando hanno risposto all’appello Paolo Vincenti, Francesco Fersini, Giovanni Cosi, Antonio Monte, Giovanni Spano, Mariangela Sammarco, Salvatore Matteo, Salvatore Musio e Giuseppe Negro. Altri sono stati invitati a collaborare ma per i più vari motivi il contributo non è pervenuto. Chi ha conosciuto da vicino Antonio e il suo carattere schivo e solitario, sicuramente immaginerà a cosa starà pensando da lassù: “Ma cosa state facendo? Un libro su di me? Ma lasciate perdere!”. Odiava gli onori in vita, figuriamoci le commemorazioni da morto. Quando presentò il libro su Castrignano del Capo, si vergognò persino della richiesta di autografi avanzata dal pubblico. Non potevamo, caro Antonio, non lasciare un segno che ricordasse il tuo proficuo lavoro a favore della storia e della cultura del Capo di Leuca. Il tuo dispendio di energie, molto spesso mal ripagato, si è riversato sugli studi e sulle ricerche di molti eruditi, che hanno beneficiato delle tue conoscenze e indicazioni ringraziandoti con menzioni. Ma non basta. Questo libricino è solo una goccia nell’acqua del mare che realmente meriteresti”. Il libro si compone dei seguenti contributi: Antonio Michele Ferraro: “Nota dei canonici e beneficiati della diocesi di Alessano”; Giuseppe Negro: “Il suo modo migliore di raccontare”; Giovanni Cosi: “Girolamo Marciano laureato in filosofia e medicina”; Mauro Ciardo: “Un’immagine della chiesa di Leuca?”; Antonio Monte: “ La Maison Piccinno di Maglie: stabilimento artistico di mobili e arti decorative”; Giovanni Spano: “Liborio Romano una volta sull’altare 140 anni nella polvere (della calunnia più gratuita)”; Francesco Fersini: “La venerazione di Sant’Elia profeta nella terra di Gagliano”; Paolo Vincenti: “Leuca nelle fonti letterarie, fra storia e leggenda”; Mariangela Sammarco: “Vereto: appunti di topografia”; Salvatore Matteo: “Marianna e Ascanio Filomarini”; Salvatore Musio: “L’Università civica e lo stemma di Tricase”; Sergio Torsello: “Ugo Baglivo, un alessanese alle Fosse Ardeatine”. Oltre ai tre libri pubblicati su Castrignano, Salignano e Giuliano, Ferraro possedeva una mole enorme di materiale scrittorio che non ha visto mai la luce della pubblicazione. Voglio rinnovare la mia personale gratitudine per i suoi studi, dedicandogli il mio saggio apparso su quel libro e che volentieri ripropongo per “Spigolature Salentine”.
(Ndr: il saggio di Paolo, molto bello, verrà riproposto in più parti nei prossimi giorni)