di Antonio Bruno
Era il 1969 quando un cantautore genovese profetizzava l’arrivo dei cinesi a milioni http://www.youtube.com/watch?v=Rc122rcx1_E e in quegli anni si andava alla ricerca della Cina perchè ritenuto il paese dell’uguaglianza dove il popolo aveva il potere e dove trionfava la giustizia sociale. Oggi la Cina è un paese che ha un tasso di sviluppo altissimo e che è uno dei maggiori esportatori di prodotti agroalimentari verso tutto il mondo e, quindi, anche verso l’Italia.
L’interscambio nel 2008 tra Italia e Cina vede l’Italia allo stesso tempo tra i principali clienti (import 23 mld Euro = 218mld Yen) e tra i maggiori fornitori della Cina: (export 6,4 mld Euro = 60,7mld Yen).
Secondo il Rapporto annuale WTO nel 2007 Import/export di merci nel mondo ha raggiunto il valore di 28.194 mld USA Dollari.
Si stima che la vendita di prodotti contraffatti rappresenti circa il 5-7% del commercio globale.
La contraffazione dei prodotto alimentari riguarda l’identità aziendale del prodotto con apposizione di un’etichetta falsa e l’ identità merceologica del prodotto (composizione o procedimento).
La falsificazione dell’origine geografica dei prodotti agroalimentari e delle bevande provoca ingenti danni economici ai produttori italiani e nel caso sia accompagnata anche da criminali interventi sulle loro identità merceologiche può provocare danni alla salute delle persone che consumano questi prodotti agroalimentari contraffatti.
Nel caso del pomodoro concentrato sono quasi triplicati (+174%) gli sbarchi nell’Unione Europea di concentrato triplo di pomodoro dalla Cina (gennaio-marzo 2010). E per di più con una forte riduzione dei prezzi industriali (-15%, con una punta di -30% rispetto a prodotti similari statunitensi) che trascina verso il basso il valore di tutti i derivati comunitari. In Cina operano 7 mastodontici impianti con tecnologia italiana.
Ma non c’è solo la Cina nella contraffazione stanno affiorando anche l’Africa e l’Albania da cui provengono tartufi scadenti e importati a prezzi stracciati ma poi rivenduti ai prezzi di quelli originali del Piemonte (famosa Alba per quello bianco) e da alcune zone del centro e del Sud tra cui la Salentina leccese Corigliano d’Otranto.
Dal Sud America e Sud Africa arrivano Arance e Limoni che attraverso ditte spagnole e olandesi diventano agrumi della CEE e poi con un vero e proprio miracolo si trasformano in Agrumi della Sicilia!
I funghi ormai arrivano tutti dall’Est Europeo e divengono italianissimi, venduti in ottobre vicino ai nostri boschi oramai privi di funghi italiani. Dall’Argentina, dall’Ungheria e dalla Cina arriva un prodotto di sintesi da riso o mais che somiglia moltissimo al miele e che viene venduto appunto come miele italianissimo!
Ci sono i cloni dell’olio, del parmigiano, del prosciutto, del caffè e del vino di marche importanti: la corte di giustizia europea vietò alla Danimarca di commercializzare il Danish Grana imitazione del Grana Padano e il Parmigiano Reggiano imitato dall’argentino “Reggianito” o dal “Parmisan italian type” fatto negli USA. Sempre la corte di giustizia europea vietò in Austria ad una ditta di chiamare il suo prodotto “Cambozola”perchè imitava il Gorgonzola.
Come difendersi? A Salerno l’Università ha istituito il Centro Studi sul Falso, una struttura attraverso la quale alcuni docenti e ricercatori dell’Ateneo, appartenenti ad aree scientifiche molto diverse tra loro (sociologi, antropologi, psicologi, archeologi, storici dell’arte, giuristi, merceologi, economisti e studiosi di discipline letterarie), hanno intrapreso una riflessione in comune attorno alle tematiche della falsificazione e da questa esperienza è nato un Museo che si chiama appunto: il museo del falso.
I principi dell’imbroglio. Gli eroi dell’inganno. I grandi artisti della frode. I verbali di polizia sono pieni: ogni anno migliaia di persone cadono nelle sottili reti tese da abili giocolieri della parola.
Ma cosa significa Falso? E’ notizia o affermazione logica che non corrisponde alla realtà, in contrapposizione con vero e per estensione indica ciò che non appare come è, qualcosa che è stato alterato o contraffatto, colui che manca di sincerità. I falsi prodotti italiani sono prodotti che appaiono italiani, ma non lo sono! Ma l’imbroglio si fa in due: l’imbroglione e l’imbrogliato. Ma si sa che l’imbrogliato è un imbroglione che si è fatto imbrogliare! Basta prendere le giuste decisioni e allora la frode diviene quasi impossibile.
La nostra vulnerabilità è strettamente collegata alla perdita del collegamento tra prodotto e luoghi in cui matura, viene preparato e confezionato per poi poter essere consumato. A ogni frutto corrisponde un albero o una pianta sulla quale è cresciuto. E tu, si dico proprio a te, sai qual’è l’albero che ha prodotto la mela che hai mangiato ieri? Conosci la pianta da cui è stato raccolto il pomodoro che poi è diventato la passata da cui ricavi il sugo per la tua pasta? Sai quel grano da cui è stata ricavata la farina della tua pasta e da quale campo è stato raccolto? E’ cambiato tutto e abbiamo affidato la nostra vita nelle mani di pochi sconosciuti. E si sa che chi non ti conosce ha meno problemi a rifilarti una fregatura! Non basta affidarsi alla legge, ai Nuclei anti sofisticazione all’autorità. C’è necessità di prevenire!
L’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomie Forestali ha da poco istituito un dipartimento che dedica la propria attività alla sicurezza alimentare e alla tutela dei consumatori. I Dottori Agronomi e i Dottori Forestali del Salento leccese danno un eguale di attenzione ai consumatori del Salento leccese e vogliono partecipare a tutti i cittadini la figura professionale di Dottore Agronomo e del Dottore Forestale quale soggetto competente nella gestione delle azioni che coinvolgono l’intera filiera agroalimentare.
Abbiamo la fortuna di avere ancora un territorio con un tipo di agricoltura non intensiva ed a basso utilizzo di pesticidi, e questo fa del Salento leccese una delle aree più vocate per fornire al mercato ed ai consumatori un prodotto di grande genuinità e salubrità.
Le esperienze di accorciamento della filiera produttore consumatore attraverso la costituzione di Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) che abbiano rapporti solo con i Dottori Agronomi e i Dottori Forestali consulenti delle aziende del Salento leccese che “mettono la faccia” garantendo il prodotto è una delle soluzioni che sicuramente mettono al riparo da frodi alimentari.
In tal modo si risolve anche quello che viene definito il “problema strutturale” dell’agricoltura del Salento leccese ovvero la circostanza che le aziende, per la stragrande maggioranza ,sono inferiori a un ettaro: i piccoli produttori agricoli attraverso la garanzia dei Dottori Agronomi e i Dottori Forestali del Salento leccese possono offrire ai Gas i loro prodotti di qualità.
Voglio concludere con Dante che nella Divina Commedia ha messo i truffatori nell’inferno più profondo , sotto alle prostitute e ai violenti e con San Tommaso che considerava il raggiro e la frode i frutti intossicati dell’intelligenza e della natura angelica dell’uomo, e perciò più gravi e condannabili. Noi Dottori Agronomi e i Dottori Forestali del Salento leccese consci di tutto questo smascheriamo i truffatori e gli imbroglioni che spacciano gli alimenti per ciò che non sono e lo facciamo proponendovi di farvi nutrire dalla bontà e dalla prelibatezza dei prodotti tipici garantiti da noi e provenienti delle migliaia di aziende di questa penisola immersa nel Grande lago salato.
Bibliografia
Salvatore Casillo, Il falso è servito. La falsificazione del nostro cibo quotidiano, Liguori Editore, 2001, pp. 96-97
ICE – Ministero per lo sviluppo Economico: Il DESK ITALIANO A TUTELA DELLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE presso ICE Canton
La Nazione On Line 09-07-2001
Alla ricerca del tartufo del Salento http://www.thepuglia.com/2010/04/alla-ricerca-del-tartufo-del-salento/
Roberto Mattei: Allarme per l’import di pomodoro cinese 23/2010 • L’Informatore Agrario
Salvatore Casillo: IL MUSEO DEL FALSO GLI INGANNI “SMONTATI” Quando la ricerca scientifica sperimenta nuove forme di divulgazione
Antonio Bruno: Tu sei ciò che mangi e se è sano e genuino ciò che mangi sei sano e genuino pure tu!http://centrostudiagronomi.blogspot.com/2010/02/tu-sei-cio-che-mangi-e-se-e-sano-e.html
Antonio Bruno: Una filiera corta, anzi, cortissima… salentina!http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2010/06/07/una-filiera-corta-anzi-cortissima-salentina/
Evidentemente la maggior parte degli italiani sono profondamente ignavi, e coltivano questa “qualita’” in maniera eccellente, e per difendere i prodotti agricoli non mancano le leggi e i regolamenti op disattesi o ignorati…
Ma non mi riferisco solo a quanto l’amico Antonio Bruno ha brillantemente esposto. Il bel dipinto inserito all’inizio del post di Antonio, mi ha portato alla mente quante delle nostre opere d’arte sono fuggite. e se ad esempio per ammirare quella in oggetto bisognerebbe fare non poche ore di volo…, pensiamo a quante opere d’arte, per cosi’ dire “minori” vengono continuamente trafugate da palazzi chiese, angoli di strada ,apparentemente (o di fatto) abbandonate? senza grande speranza di recuperarle?
Notoriamente l’encomiabile impegno dell’Arma Benemerita porta a risultati nonostante tutto inadeguati.
Permettetemi di citare oggi che ho ormai compiuto 64 anni e posso essere considerato un vecchio pazzo visionario, i versi del sommo poeta, che ben si addicono alla situazione attuale,non meno di quanto fossere adatti allora…
“Ahi, serva Italia!/
di dolore ostello,/
non donna di province,/
ma bordello.
Purgatorio, Canto VI, 76-78 (1304-1320).
*( dovrei o non dovrei ricordare che donna sta per “domina” padrona, dominatrice? )
auguri Gigi e grazie per esserti ricordato di noi, in questo spazio, anche nel giorno del tuo compleanno
Non so a quale posto del basso Salento si riferisce il suddetto articolo che racconta la presenza nel Salento dei preziosi Tartufi. Circa una ventina di anni fa un guarda boschi di Porto Selvaggio mi raccontò dei fatti avvenuti una decina di anni prima, quando lui controllava e sorvegliava il bosco per evitare incendi ed altri incidenti atmosferici, ma non controllava i prodotti del bosco e del sottobosco perchè all’epoca non vi era alcun divieto alla loro raccolta. Questo guarda boschi mi raccontò che ogni anno, sempre nello stesso periodo, notava all’interno del bosco di Porto Selvaggio un gruppo di 5 forestieri che con dei cani ammaestrati giravano nel bosco, soffermandosi soprattutto sotti i maestosi alberi di querce (Fragne), che se pure non numerosi, ce ne erano abbastanza. Notava che non cercavano funghi e che i loro cani giravano annusando per terra finchè non annusavano qualche odore particolare e con le zampe scavavano per tirar fuori quel che tanto gli profumava. Immediatamente i loro padroni con delle apposite zappettine si affrettavano per aiutarli a tirar fuori delle specie di patate. Incuriosito si avvicinò e chiese cosa cercavano, la risposta fu: TARTUFI. In seguito prese amicizia con questi cercatori che ogni autunno venivano da un paese della Toscana e spesso era invitato alle loro cene a base di tartufi che preparavano in un appartamento di campagna che prendevano in affitto per 2-3 settimane. Questo testimonianza diretta da parte di un nostro concittadino che, anche se ultraottantenne, dovrebbe essere ancora tra noi, è una conferma che anche nel nostro territorio c’erano e ci sono i pregiati tartufi.