La Gallina Leccese. Dopo il Commendatore Dott. Raffaello Garzia c’è il Prof. Gino Di Mitri
di Antonio Bruno
La gallina leccese è amata dal mio amico, direi fraterno amico, Prof. Gino Di Mitri. L’ultima volta che ci siamo visti mi ha mostrato le uova delle sue galline, quelle che aveva le doveva dare a chi gliele aveva richieste ma mi ha promesso che presto ne avrei avute anch’io.
Secondo il Jovino, la razza sarebbe derivata dalla schiusa di uova raccolte nel 1931 nelle campagne circostanti l’Istituto Tecnico Agrario di Lecce. La razza fu quindi purificata e selezionata presso il pollaio provinciale annesso a questo istituto.
Io invece voglio riportare le notizie della Cattedra ambulante di Agricoltura su questa razza scritte dal Prof. Attilio Biasco nel 1933. Queste parole sono scritte in onore del mio amico Gino, voglio contribuire alla sua ricerca appassionata, perché il suo amore per il Salento leccese e la sua dedizione si sta esprimendo nel portare avanti insieme a noi l’affermazione della tipicità dei prodotti unita alla professionalità dei Dottori Agronomi che assistono i produttori, alla sapienza dei Cuochi e dei Maître e alla sensibilità delle donne e degli uomini che decidono i destini del nostro territorio.
Nel 1933 era stato iniziato il lavoro di miglioramento dal Commendatore Dottore Raffaello Garzia. Alcuni soggetti di gallina leccese dell’allevamento di Torrepinta erano stati esposti alla Mostra del Littoriale di Bologna del 1933.
Il Dott. Attilio Biasco definisce la gallina leccese parca, rustica, resistente alle malattie, adatta all’ambiente, ottima covatrice e madre amorosa.
Secondo il Dott. Attilio Biasco la razza era stata guastata dai liberi e irrazionali incroci e dalla malnutrizione a cui era sottoposta unita a un cattivo allevamento.
La assidua e sapiente selezione del Commendatore Dottore Raffaello Garzia nell’allevamento di Torrepinta che aveva buoni ricoveri e che apportava alle galline una buona alimentazione ha reso la gallina leccese una razza che gareggia alla pari con le altre di pregio alla Mostra del Littoriale di Bologna del 1933. La Gallina leccese allevata a Torrepinta presentava fuse insieme in buona proporzione le attitudini della buona ovaiola e di buona produttrice di carne che è era nota nel Salento leccese per la sua sapidità.
A conferma di quanto affermato riporto il confronto tra la Gallina leccese con quella di Livorno, la Rhode Island Red, la Piymonth Rok Barrata e la Australorps.
Come è facile rilevare dalla tabella nei riguardi del peso dei soggetti considerati la Gallina leccese selezionata dal Garzia eguaglia la
Rhode Island Red, la Piymonth Rok Barrata e la Australorps; per numero di uova è inferiore della Livorno ma come peso medio di uova supera tutte le razze.
La deposizione annua di 200 uova era facilmente superata da alcuni capi e il peso delle uova poteva giungere sino agli 80 grammi.
Interessanti anche le forme che presentavano le selezioni del Commendatore nell’allevamento di Torrepinta.
Cominciamo con il gallo della razza leccese che ha la testa piccola ma proporzionata, fiera, portata arditamente un po’ in avanti. Il becco di giusta lunghezze ricurvo, di colore giallo rame sfumato in nero. Gli occhi grandi, vivaci, neri, contornati da un giro giallo arancio. La cresta semplice, diritta, carnosa, molto ricca e alta a forma di fiamma, con sette denti ben staccati, volti all’indietro, di tessuto granuloso, ben colorito in rosso. Il lato posteriore si spande per buona parte verso il collo, formando con questo un grazioso angolo acuto. Le guance nude, di un bel rosso. Gli orecchioni ovali in senso verticale, ben marcati, piuttosto grandi, bianchi largamente bordati di rosso. I barbigli molto allungati, di tessuto fine, carnosi, rosso vivo. Il collo piuttosto lungo, ma proporzionato al corpo, graziosamente arcuato, con ricchissimo collare di piume elegantemente ricadenti sulle spalle. Il dorso largo, piuttosto corto, descrivente una graziosa curva insellata fra il collo e la coda. Lancette dei reni larghe, fini, lucidissime, ben ricadenti ed abbondanti. Il petto spazioso, sporgente, pieno. La coda magnifica, formata da numerose, larghe e lunghissime falcette, portate in alto e ricadenti a pioggia, in modo da formare un ricco ed elegante ornamento. Le ali piuttosto corte, ben serrate al collo, coperte in buona parte dal ricco collare e dalle abbondanti falcette dei reni. Le cosce ben coperte e molto robuste. I tarsi e le zampe di larghezza media, robuste, nude, con quattro dita ben divaricate. Il portamento maestoso, elegante, ardito, bellissimo, quasi provocante.
Il Dott. Attilio Biasco passa a descrivere la gallina della razza leccese. La testa piuttosto piccola e ben fatta. Il becco di media grandezza ricurvo, gli occhi grandi, vivaci, neri, contorìnati, come nel gallo, da un giro giallo arancio. La cresta è semplice, grande, rossa, ricadente sulla guancia, con cinque punte ben staccate. Le guance in gran parte nude e rosse. Gli orecchioni ovali in senso orizzontale, ben marcati, piuttosto grandi, bianchi. I bargigli grandi, allargati, poco più piccoli di quelli del gallo. Il collo lungo, lievemente arcuato, portato in avanti, ben coperto di penne piuttosto larghe e fini. Il dorso largo, lungo, perfettamente orizzontale. Il petto ampio e sporgente. La coda molto folta, formata da lunghe e larghe penne, portate quasi a ventaglio e situate ad angolo retto con il dorso. Le ali piuttosto grandi, ricche di penne situate orizzontalmente. Cosce molto robuste, ben coperte, provviste di abbondante e fine piumino. Tarsi delle zampe di misura media, nude, provviste di quattro dita ben divaricate. Portamento tranquillo.
La livrea del gallo presenta le caratteristiche che illustro qui di seguito. Lancette del collo giallo ramato lucente. Il dorso color mogano brillante e sfumato in rame. Le falcette dei reni color rosso rame lucidissimo. Le ali remiganti primarie di colore marron tenuissimo metallico; le remiganti secondarie, longitudinalmente color metà nero metallico e metà marron rossastro; le copritrici delle ali alcune color mogano brillante altre nere e riflessi metallici. La coda nera con riflessi metallici bleu verdastri. Sottopiuma grigio cenere e tarsi e zampe grigio scuro.
La livrea della gallina presenta le caratteristiche che illustro qui di seguito. Il colore generale camoscio più o meno scuro, spesso le penne sono bordate di nero. Il collo di tinta uguale ma di tonalità diversa. Le ali remiganti primarie, longitudinalmente, metà bionde e metà nere.Punta della cosa nera. Sottopiume del dorso color grigio cenere, del petto bianche. Tarsi e zampe color grigio scuro.
Il Dott. Attilio Biasco precisa che l’allevamento del Commendatore non utilizzava il metodo dell’incrocio con razze di pregio perché quando lo aveva praticato aveva ottenuto risultati disparati ed incerti. Invece il Garzia aveva intrapreso la via più lunga, meno facile, ma più sicura, della selezione metodica e razionale, ed i magnifici risultati gli avevano dato ragione.
Insomma il Dott. Biasco dà il merito al Commendatore di aver dato al Salento una razza di galline che è assurta all’onore nazionale.
Oggi il prosecutore di tale appassionate avventura è il Prof. Gino Di Mitri che ha il compito che fu del Commendatore Garzia, ma che è ancora più attuale in questo 2010, anno mondiale della biodiversità
Bibliografia
L’agricoltura salentina n. 6 1933
Andrea Mangoni : Appunti di Avicoltura: la Leccese http://oryctesblog.blogspot.com/2009/06/appunti-di-avicoltura-la-leccese.html
Gino Di Mitri: Pollo Leccese……il suo recupero http://www.nsgs.it/leccese.htm
Dr Raffaello Garzia La razza Leccese “Bassa Corte” – maggio 1934 –
http://www.ibs.it/libri/di+mitri+gino+l./libri+di+di+mitri+gino+l..html
la gallina leccese è un importante esempio di incrocio di ritorno, che cerca di riportare alla luce e valorizzare razze in grado di sfruttare, foraggi grossolani scadenti, economici, residui alimentari, puntando sulla produttività (produzione/costi) e non sulla produzione.
Da tempo sto cercando qualcuno che mi possa dare una coppia o meglio di piu’, possibilmente regalare, in quanto mi piacerebbe allevarle in vernacolo. A chi mi posso ribolgere?
It’s a lovely article, but I’m afraid I need to make a correction. Your picture from Finland is not of leccese chicken. These chicken in the picture have red ear lobes (as opposed to the leccese’s white earlobes). They will lay brown eggs, as opposed to leccese’s white eggs.
Salve, riscrivo qui sperando di avere risposta. Da anni sto cercando esemplari per poter averli in allevamento vernacolare, ma non sono riuscito a trovare esemplari. Sapreste aiutarmi in qualche modo? Spero in una risposta.
Ma potrei avere risposta? O questo articolo è una faKe news?
Non dipende da noi darle una risposta, ma dall’autore dell’articolo, che probabilmente non saprà darle utili consigli o non avrà letto la sua richiesta. Ce ne dispiace, ma non vi è alcun obbligo di risposta, anche perché ogni collaborazione è a titolo esclusivamente gratuito