di Paolo Vincenti
Proverbi sponganesi è una raccolta di Pina Corvaglia, pubblicata nella collana “I poeti de L’uomo e il Mare”, fondata da Augusto Benemeglio e diretta da Maurizio Nocera.
Si tratta del Quaderno n. 21 di questa ormai conosciuta e molto interessante collana che raccoglie e vuole recuperare tutto ciò che fa parte della nostra tradizione culturale salentina, patrimonio secolare della nostra civiltà. E patrimonio di un popolo sono i proverbi che mette insieme questo libello, nato dalla testarda volontà della sua autrice di non disperdere le tradizioni orali della propria comunità di appartenenza, nella fattispecie Spongano.
Per la pubblicazione di questo libro, che reca la Prefazione di Luigi Zacheo, Sindaco del paese di Santa Vittoria, Pina Corvaglia si è avvalsa della collaborazione della sorella Maria: di tutte e due le donne sono presenti nel volume delle simpatiche fotografie in bianco e nero che le ritraggono in particolari momenti della loro vita privata.
L’autrice, come spiega nella sua “Premessa”, registra fin da quando era bambina tutti questi detti popolari, poesie, preghiere, attraverso i quali è giunta a mettere insieme questo corposo volume, spaccato sulla società e sulla storia di una microcomunità, quale quella sponganese degli ultimi cinquant’anni.
“Ecco”, afferma Pina Corvaglia, “ in questo modesto libro riportiamo uno spaccato delle condizioni di vita dei nostri padri in un’epoca ormai lontanissima, le loro voci, le loro fatiche, i loro stenti, i loro sudori, ma anche i loro sorrisi e i loro scherzi innocenti. Lo facciamo come segno tangibile di riconoscenza e a beneficio delle future generazioni, sperando che ciò possa essere utile”.
Augusto Benemeglio, nella sua bella “Introduzione”, scrive: “ Attraverso antichi sentieri, ma ripercorrendo anche quelli moderni, ci si rende conto che proverbi nati dalle consuetudini, ironie, scherzi, feste e dalla tenace pazienza dei popoli, sono un fatto di straordinaria portata culturale, destinati ad entrare nella letteratura, a definire l’avvenimento, a divenire parole eterne da tramandare; infatti essi acquistano meriti enormi nella tradizione letteraria che si rifà a epoche lontanissime. […] Essi divengono degni interpreti degli stati d’animo, di contrasti, del divenire meteorologico, dei passaggi di stagione in agricoltura e delle cento avventure degli uomini di tutte le razze, religioni, lingue e continenti. I proverbi talora arpeggiano con note suadenti, ma tal altra fuggono per diventare maschere teatrali nell’evocazione dolorosa del male o della felicità”.
Dopo la lettura, davvero gustosa, di queste perle di saggezza popolare, troviamo una “Postafazione” di Maurizio Nocera che conferma come, il lavoro svolto dalle sorelle Corvaglia, sia meritevole di tutta la nostra attenzione e del nostro riconoscimento.
(Città Magazine 9-15 febbr.2007)