Cultura e Salento. Il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia Decio de Lorentiis di Maglie (prima parte)
a cura di Medica Assunta Orlando
Il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia di Maglie è l’unico Museo salentino completamente dedicato alla ricostruzione della storia più antica di questo territorio.
Sorto in un periodo in cui il maggiore interesse per le collezioni di epoca classica realizzava, nel Meridione, nuove strutture museali in cui la Preistoria veniva confinata al ruolo minore di “esposizioni di epoca precedente”, una sorta di antefatto o di prefazione al vero fulcro di questi musei: le collezioni magnogreche, esso è il solo – e spesso anche in solitudine – a fare della Preistoria l’obiettivo fondante delle sue esposizioni e delle sue azioni educative, rivendicando il ruolo disciplinare e conoscitivo della più antica storia del territorio, certamente nei confronti degli studiosi e degli appassionati del settore, ma principalmente verso la collettività salentina e verso quegli ospiti che hanno il piacere di addentrarsi nella conoscenza di questa nostra terra.
Il Museo, istituito nel 1960 dal Gruppo Speleologico Salentino, fu il naturale risultato di una lunga attività di ricerca condotta nel Salento, fin dagli inizi del ‘900, da parte di autorevoli studiosi a cui, nel corso del tempo, si affiancarono giovani appassionati salentini. Completato l’allestimento in un ampio locale posto alle spalle del Liceo-Ginnasio Francesca Capece, con grandi vetrine a tutto tondo, in parte acquistate dallo stesso Gruppo Speleologico Salentino, in parte dono di Famiglie e cittadini magliesi, fu ufficialmente inaugurato il 26 giugno1965 dall’on. Aldo Moro, a seguito del riconoscimento ufficiale del Museo da parte dello Stato Italiano, che lo inserì con Decreto Interministeriale tra i Musei Minori d’Italia.
Da allora e fino al 1999 il Museo espose, in un’unica grande sezione, reperti paleontologici e paletnologici provenienti dall’intero territorio salentino, frutto di appassionate ricerche che ebbero avvio all’inizio del secolo appena trascorso. Le collezioni principali, per quantità e qualità dei reperti, furono i materiali litici e osteologici di Grotta Romanelli e i resti di fauna pleistocenica provenienti dalle “ventarole” di contrada San Sidero di Maglie, quest’ultime individuate e scavate da Decio de Lorentiis tra il 1958 e il 1960. Più sommessa fu la parte espositiva dedicata alle società tribali che si succedettero nel Salento dal Neolitico in poi.
Tale scelta museologica scaturiva dagli interessi del Gruppo, fortemente rivolti agli aspetti antropici e faunistici del Pleistocene, piuttosto che allo studio dei “fatti” che caratterizzarono l’evoluzione socio-culturale nella tarda preistoria e nella protostoria di epoca olocenica, sebbene già dal 1972 giungevano nel Museo reperti ceramici di grande interesse, come gli undici vasi deposti, tra la fine del Neolitico e gli inizi dell’età dei Metalli, sulle sponde del laghetto della Zinzulusa per scopi rituali legati al culto delle acque.
Il Gruppo Speleologico Salentino diresse direttamente il Museo fino al 1970, quando a seguito di importanti vicende in campo preistorico salentino, esso diventò comunale, grazie all’allora Sindaco di Maglie, Salvatore Fitto, che con una felice intuizione comprese le reali potenzialità del singolare ruolo, sia scientifico che sociale, di questa struttura museale, unica nel suo genere in tutto il territorio meridionale d’Italia, e volle affidare a Decio de Lorentiis, all’epoca direttore scientifico del GSS, la direzione onoraria.
NON E’ UN COMMENTO, MA UN “COMPIACIMENTO” (NELLA FOTO PUBBLICATA, ALLE SPALLE DEL COMPIANTO ONOREVOLE ALDO MORO MI SEMBRA DI RICONOSCERE, CON GLI SPESSI OCCHIALI DA MIOPE, MIO PADRE SALVATORE, ALLORA PRESIDE DEL MAGISTRALE DI GALLIPOLI, E GIà COMMILITONE DI ALDO MORO ALLA FINE DEGLI ANNI ’40.