di Raimondo Rodia
I santi protettori di Carovigno sono San Giacomo e San Filippo che, però, vengono ricordati ormai solo religiosamente, mentre viene festeggiata la Madonna del Belvedere.
Elemento centrale della festa è la cosidetta battitura: il lancio in aria della “nzegna” (l’insegna mariana).
La battitura viene fatta ormai da circa sessant’anni dalla famiglia Carlucci che apre la gara tra chi lancia meglio e più in alto le variopinte bandiere.
La Vergine Maria è conosciuta in paese anche come Madonna del Mangia-Mangia, per il grande banchetto che una volta si faceva in piazza a cui partecipava tutta la popolazione. L’usanza era nata dal ritrovamento miracoloso dell’immagine della Madonna del Belvedere grazie ad una mucca che venne ritrovata in fondo ad un burrone inginocchiata nei pressi della grotta dove su di un masso vi era affrescata l’immagine della Madonna.
Da questo episodio nasce anche il lancio della “nzegna” che si riferisce al grido di gioia del mandriano che ritrovò la mucca: l’uomo, infatti, aveva preso un fazzoletto e lo aveva lanciato in aria, come ora si fa con le bandiere di Carovigno nel giorno della “nzegna”.
La “Battitura della ‘Nzegna” di Carovigno si rifà ad una millenaria leggenda che ancora oggi viene raccontata e tramandata e non è effatto una gara tra sbandieratori