di Pietro Gigante
Se “Parigi tenesse il mare…”[1] con quel che segue, però anche noi, qui, avevamo in-sedicesimo la “corte dei miracoli”.
Tutti notavano che Brusario[2] si era fatto i soldi[3]. Specialmente quando faceva caldo[4], partiva e mancava per tanto tempo. I più informati sostenevano che andava alla montagna, che tradotto in termini geografici significa che si recava in Lucania ed in Calabria, certamente non in villeggiatura sul Pollino o in Sila o in Aspromonte, ma in quei paesi che, arroccati su cocuzzoli, sembrano paesaggi quasi inaccessibili, la cui peculiare caratteristica è sempre riprodotta nei presepi. Ma cosa facesse Brusario in quei reconditi luoghi, non era dato sapere. L’unica diceria che circolava silenziosa per il paese era: “Brusario prima di partire compra mezzo quinto[5] di mortadella, e la vuole essere tagliata a fette sane[6]”.
Il lettore deve sapere che, in quel tempo, la mortadella non aveva le dimensioni attuali, era più piccola (la circonferenza maggiore era circa tre quarti di quella attuale) e la qualità più venduta era più scura. Per avere fette intere bisognava rivolgersi a salumieri molto esperti e lo spessore superava, seppur di poco, il millimetro.
Dopo vari appostamenti, fu appurato che Brusario andava nei paesi di montagna nei giorni di festa per fare l’accattone, cioè si sistemava alla porta della chiesa, metteva una fetta di mortadella sul ginocchio e mostrava, attraverso i pantaloni lacerati, quella carne in disfacimento, lamentandosi più per la ria sorte della famiglia che per gli atroci dolori.
Quella volta comprò un quinto di mortadella, prese con sé le quattro fette che al taglio erano venute intere e lasciò il resto alla famiglia. Partì vestito elegante, ma il suo bagaglio conteneva un panetto di pane[7] e il vestito tutto stracciato che doveva abbisognare al suo lavoro.
In quel paese c’era la festa di San Rocco, il Santo taumaturgico sempre raffigurato con un cane.
Come suo solito, al mattino presto, si piazzò, con il vestito del suo lavoro, seduto per terra presso lo stipite della porta principale della chiesa, ancora chiusa. Stese la gamba, sul cui ginocchio aveva posto la fetta di mortadella e aprì a triangolo lo strappo, a forma di sette, che aveva il pantalone. Per il continuo uso, questa apertura era ormai al massimo; accomodò quindi al meglio i bordi affinché l’insaccato non fosse completamente riconoscibile.
All’arrivo dei primi fedeli iniziarono le lamentazioni e gli arrivarono addosso i primi spiccioli. Quando giunse l’ora della messa solenne, prima della processione, tutto Geremia era stato snocciolato e le tasche si stavano riempiendo.
Durante la messa avvenne quel che avvenne. La chiesa era zeppa, anzi un po’ di gente era sulla soglia e al suo limite esterno. Brusario era sovrastato dalla gente in piedi e forse qualcuno involontariamente gli aveva scalciato la gamba. Fu allora che un affamato randagio bastardo, abbandonato dal suo padrone e girovago del paese, passò nei pressi e fu attirato dall’olezzante aroma della mortadella. Giunto a tiro, un balzo e ahm! La mortadella seguita dalla fuga.
Ci fu un attimo di smarrimento. Brusario dette un urlo: “za!” misto fra la sorpresa e la necessità di scacciare il cane, ma repentinamente coprì il ginocchio con tutto quel che aveva a portata di mano.
La gente, nei pressi, attonita intravide la fugace scena e rimeditò l’accaduto. Qui nacquero due scuole di pensiero che subito si propagarono per la chiesa: nella navata destra si sparse la voce che, tramite il suo cane, San Rocco aveva fatto il miracolo, aveva guarito la cancrena di quel poveretto; nella navata sinistra si disse che San Rocco aveva mandato il suo cane a punire il fedifrago dissacratore. La parte centrale, troppo presa dalle lamentazioni in un latinorum pseudo-gregoriano dei canonici, guardava[8] la messa e l’effigie di San Rocco che con un dito mostrava un suo ginocchio, accompagnato dal suo cane che aveva una pagnotta in bocca, ma senza mortadella.
Già prima che tutti si riprendessero, Brusario era sparito. Al suo paese non si seppe mai niente di ciò, forse qualche eco di miracolo del Santo, ma i paesani notarono che Brusario non si allontanò più da casa.
[1] Da queste parti si dice: “Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari”!!
[2] Variante dialettale del nome Bellisario.
[3] Non era un falsario, ma era diventato ricco.
[4] In estate, ma più propriamente quando è bello il tempo e si festeggiano le sagre paesane.
[5] È una frazione di chilo pari a 100 grammi.
[6] Voleva che fosse tagliata a fette intere. Sane è il contrario di rotte.
[7] Il vocabolo panetto non è un diminutivo, ma è il nome della pezzatura del pane fatto in casa che certamente supera il chilo.
[8] Forma dialettale per dire: assisteva alla messa, più che partecipava.
Pietro Gigante, 69 anni, è nato a Noci in provincia di Bari, dove vive con la moglie Lina e il figlio Piervito. I suoi racconti, scritti con una semplicità che incanta e una “leggerezza” che stupisce, vivono nello spazio del passatempo, sono pillole di saggezza popolare, storie di altri tempi.
I personaggi, di una semplicità infinita, ci accompagnano in una dimensione irreale, nello spazio del ricordo, tra i sentieri della memoria, facendoci rivivere quella quotidianità genuina oggi sconosciuta ai più!
Signor Sandro, quanto le ha dato Pietro Gigante per scrivere quel commento? Egli vive sognando un mondo che non c’è più, deve svegliarsi alla realtà. Gigetto Perani
Caro Gigetto,
Pietro non mi ha dato nulla in cambio
a parte il consueto sorriso che sfoggia ogni volta
che ci incontriamo!
E’ un timido chiaccherone, un burlone di corte…
proprio come te!
Simpatico, fresco e godibilissimo quadretto di scaltrezza e malizia dal sapore genuinamente popolare! :)
E’ vero, è un storiella carinissima……
Ad maiora, zio Pietro!!
Speriamo di ri-leggerti presto!
racconto simpatico……………come l’autore!
CONVEGNO INCONTRO EUROPEO AMICI DI SAN ROCCO , PARROCCHIE, CONFRATERNITE , COMUNITÀ E COMITATI FESTE CHE VENERANO SAN ROCCO .
23 maggio SANTA CROCE DEL SANNIO BN
SANTI , CIOÈ FELICI.
Rocco è beato cioè felice. È il proclama , la vocazione-dono che ci giunge ogni volta dai discorsi di Gesù , nel Vangelo di Matteo 5-7: il discorso della montagna.
In questo discorso paradigmatico Gesù annuncia il vangelo del Regno di Dio , presente nella sua persona .
Accogliere Lui significa accogliere la vera beatitudine , la vera felicità che inizia già ora e rimane per sempre.
Noi volgiamo spesso i nostri occhi verso l’alto , verso la casa del Padre dove vi abitano i Santi ed il nostro San Rocco , nostro amico e compagno di cammino.
Celebrare San Rocco , esultando con lui per la sua sorte beata, fissiamo i nostri occhi sulla nostra vocazione e sul nostro destino: un destino di santità , cioè di beatitudine , di gioia .
Tutti gli uomini, e anche noi amici carissimi che ci gloriamo di appartenere a questa grande famiglia che porta il glorioso nome di San Rocco , cerchiamo la santità e la beatitudine.
La risposta al nostro desiderio di felicità ha un nome ed un volto : Gesù, vero Dio e vero uomo.
Attira i nostri cuori a te o Signore e per intercessione di San Rocco , infondi in noi nelle nostre menti e nei nostri cuori l’amore per le cose di Lassù .
Quest’anno è stata scelta come cornice per il nostro incontro Europeo degli amici di San Rocco la comunità di Santa Croce Del Sannio BN ricca di storia , spiritualità e fede.
Accolti dal parroco Don Domenico Curcio , dal sindaco Antonio Di Maria e da tutta la comunità ci accingiamo a vivere questo evento storico religioso .
L’associazione Europea amici di San Rocco non si stanca di organizzare incontri di spiritualità , di festa e comunione fraterna per far sperimentare a quanti hanno scelto o rinnovato la l’ora adesione , la gioia di condividere la fede in Gesù Cristo e nella Chiesa , insieme a tante persone. Stanche di una cultura effimera che impera nell’attuale società e che anelano a riscoprire i valori cristiani su cui è nata la nostra Europa .
Questo nostro stare insieme e’ frutto del lavoro che da oltre 16 anni il fondatore , Fratel Costantino De Bellis . che vedendo in san Rocco un vero esempio da imitare , con spirito di fede e sincero amore verso Dio e la sua Chiesa ha radunato tutte le realtà legate alla figura del. Pellegrino di Montpellier.
Convinto che i movimenti , le associazioni e i gruppi nella dimensione del concilio Vaticano II devono essere strumenti idonei per una nuova evangelizzazione in un mondo che cambia, (dalle parole di S. E. Monsignor Pietro Farina).
La giornata sarà arricchita dalla presenza del vescovo emerito di Lucera-Troia S.E. Mons. Francesco Zerrillo che ci ammaestrerà con la sua parola indicandoci i sentieri che per primo ha percorso San Rocco per incontrare Gesù.
Alle prime ore del giorno del 23 maggio arriveranno i pellegrini provenienti da tutte le regioni Italiane come sempre saranno accolti con la gioia e il sorriso che lo contraddistingue del procuratore e guida dell’associazione Europea Amici di San Rocco Fratel Costantino .
Alle 11,30 la Santa Messa .
Alle 16:00 santo Rosario meditato con il canto delle litanie a San Rocco e al termine solenne processione con le insigni Reliquie del santo e la statu venerata in Santa Croce Del Sannio con la partecipazione di tutti i gruppi , le confraternite e le comunità presenti ed i sindaci con fascia e gonfaloni comunali.
Al termine della processione canto dell’inno europeo a San Rocco con recita della supplica al santo pellegrino.
Alla manifestazione sono previsti duemila pellegrini , la presenza di quaranta sindaci provenienti da tutta Italia , autorità civili e militari.
Per tanto vi aspettiamo a Santa Croce del Sannio BN per vivere questa giornata di festa e spiritualità , per fare poi ritorno nelle proprie comunità quali novelli pellegrini di Cristo Gesù sull’esempio dell’Amato amico San Rocco .
Segreteria associazione europea amici di San Rocco
Procuratore di San Rocco Fratel Costantino
3386627422
Info@amicidisanrocco.it
http://www.amicidisanrocco.it