di Antonio Bruno
Dalla scienza arrivano continuamente messaggi che ci suggeriscono di non commettere errori nella dieta di ogni giorno, di non sbagliare nel nutrirsi, di evitare di ingerire alimenti non prodotti seguendo le regole della natura, inoltre fare il contrario è scientificamente provato che sia tra le prime cause di molte patologie, forse commettere errori nella dieta di ogni giorno è la madre di tutte le malattie per dirla con un modo di porgere del mondo arabo.
Mangiare cibi sani è gratificante per il gusto, (vi è venuta l’acquolina in bocca vero?) ed è gratificante anche per la vista, infatti vedere un alimento presentato in modo bello e accattivante rappresenta un invito a nutrirsi gustando ciò che la terra ci ha donato grazie alla sua generosità.
Vi consiglio di guardare il cibo, di osservarlo quando ve lo trovate davanti a tavola. Osservare il colore di quell’alimento ci offre un’idea precisa di quali virtù sono racchiuse. E poi prevedete nella vostra giornata un tempo da dedicare ad una passeggiata in campagna, andate a raccogliere erbe spontanee perché ciò rappresenta un occasione per far tornare alla memoria antichi sapori e fare il pieno di sostanze benefiche.
L’amore per la terra crea cibi buoni e sani. Dino Casati, docente alla Facoltà di Agraria di Milano afferma che c’è abbondanza di cibi di ogni genere e provenienza, c’è la possibilità di scegliere fra di essi secondo esigenze e propensioni personali, ma nello stesso tempo c’è la sensazione diffusa che i cibi di un tempo fossero più gustosi e sani di quelli manipolati eccessivamente da una tecnica oscura. Inoltre il prof. Casati sostiene che questa sensazione debba essere indagata per capire da cosa è determinata.
E’ stato accertato che continuano a crescere di numero i consumatori disposti a pagare qualcosa in più (fino al 40% in più, nel caso degli ortaggi) pur di assicurarsi generi commestibili e naturali. E continua a crescere il numero degli agricoltori disposti a offrirglieli infatti l’Italia, ha oltre 200 Prodotti alimentari Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione di origine del prodotto), oltre che due Stg (Specialità tradizionale garantite) che la mettono davanti a Francia e Spagna, ma che, soprattutto, significano un fatturato al consumo di 10 miliardi di euro, esportazioni pari a 2,3 miliardi e qualcosa come 98.200 aziende agricole oltre che 7600 strutture di trasformazione artigianali e industriali coinvolte.
Quando si parla di cibo effettivamente ci riferiamo alla natura e allo stesso tempo quando parliamo della natura noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali non è che diciamo un frettoloso e deresponsabilizzante lasciamo fare alla natura, ma noi invece facciamo oltre la natura. Un po’ rifacendoci ai tre principi dell’agricoltura biodinamica dell’austriaco Rudolf Steiner che poi sono quelli di mantenere la fertilità della terra, rendere sane le piante in modo che possano resistere alle malattie ed ai parassiti, produrre alimenti di qualità più alta possibile.
Insomma si tratta di attivare la vita nella terra, la stessa che è ha nel suo ventre le sostanze derivate dall’attività dei lombrichi e dei microrganismi e che poi saranno assorbire dalle piante. Quella madre terra che accoglie, quasi respirandole dall’atmosfera, altre sostanze e che lo fa naturalmente, per metterle a disposizione della piante.
Noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali assecondiamo l’autoregolazione che ci fa adattare alle condizioni esterne, ci fa ottenere l’equilibrio della natura quell’equilibrio che ci consente di resistere alle malattie.
Insomma quella proposta non è una coltivazione primitiva o del neolitico ma un sistema articolato ed efficiente che sfrutta ala massimo le risorse naturali contenute nel terreno e nell’ambiente e il bello è che questa impostazione permette di cercare di ricostruire un tessuto sociale legato al territorio e nello stesso tempo rappresenta la soluzione ideale per tutelare salute, ambiente e qualità della vita.
Questa disponibilità del consumatore a spendere di più per i prodotti sani e genuini rappresenta la cura all’andamento dei prezzi che, al consumo, sono rimasti pressoché fermi, mentre alla produzione sono mediamente scesi del 10%. Anche all’estero c’è per una forte tendenza a rivalutare il ruolo delle piccole produzioni diffuse sul territorio. In Georgia negli Usa nel 2004 c’erano solo 150 aziende che producevano prodotti biologici, oggi sono arrivate a 1.500. L’agricoltura italiana è l’agricoltura dei territori, la tipicità e il radicamento sono un patrimonio grandissimo che tutto il mondo ci invidia. Il Governo ha un ruolo strategico per tutelare e valorizzare questa ricchezza, per farsi valere in sede Ue e imporre il principio che una buona alimentazione parte solo da una buona agricoltura.
Le comunità rurali, dal 50% della manodopera impegnata sono passate al 3%, comunque vi è la consapevolezza in tutti gli strati della popolazione che nel mondo rurale c’è la possibilità di un contatto personalizzato, un inserimento nell’ambiente rurale fisico ed umano e una partecipazione alle attività, agli usi e ai modi di vita della comunità rurale. La dimensione pedagogica e culturale è importante infatti la maggior parte degli studi sociologici ha evidenziato che le persone attribuiscono una grande importanza ai valori e all’identità culturale locale. Questa identità è strettamente collegata al territorio che è paesaggio rurale.
Ecco perché concepire la questione alimentare come merce significa non capire lo stretto rapporto con la salute, l’ambiente, la storia, non si può mercificare tutto.
Ogni prodotto della terra è un pezzo di vita del territorio che l’ha prodotto, dentro ci sono i profumi, le storie, la cultura di un mondo che l’ha amorevolmente portato sulla tua tavola. Ogni alimento è un pezzo di vita delle persone che hanno collaborato affinché giunga sin sulla tua tavola. Il cibo vive e pulsa di emozioni, è nutrimento per il corpo e per la mente, è la proposta vera di una vita piena ed appagante.
Non possiamo affidare il nostro corpo e la nostra mente ad alimenti che sono stati ottenuti violentando la natura, forzandola a fare cose che non vuole e non puo’ fare. Dobbiamo tornare a raccogliere idealmente il cibo della nostra mensa affidandoci a chi lo prende senza strapparlo, a chi lo coltiva senza avvelenarlo, a chi lo vende senza sofisticarlo. Tutto questo può garantirlo il medico della terra, il Dottore Agronomo e il Dottore Forestale.
Bibliografia
Annamaria Capparelli La sfida si giocherà sulla crescita del territorio
Andrea Zaghi Campi Europei, partita riaperta
Luca Reteuna Bioequamente. Alla scoperta del cibo biologico
Paola Magni-Stefano Carnazzi Le pere di Pinocchio. 50 piccole cose da fare per una sana alimentazione
La Repubblica Salute del 25 novembre 1999
Attilio Attemi-Terry Tyzack Geni della discordia: comunicazione, leggende e interessi nelle biotech italiane
Rivista Politeia, novembre 1999
Angelo Massafra,Università di Bari. Dipartimento di scienze storiche e sociali,Italy.
Soprintendenza archivistica per la Puglia Il Mezzogiorno preunitario: economia, società e istituzioni