di Marcello Gaballo
Il 16 marzo 1587 i sindaci Domizio Boncore ed Antonio Manieri, rispettivamente dei Nobili e del Popolo, concordano con i mastri Tommaso Rizzo, Carlo e Marco Antonio Bruno la ricostruzione da parte di essi della cortina muraria della città dovè la torre del cantone de li paraporti di Santa Lucia verso l’ ecclesia della Carità, in pratica le mura un tempo poste sull’ attuale Via Grassi, a ragione di grane tridici la canna e di grane vintinove li quatrelli dolati, inclusi li pezzi de li cordoni. I mastri devono pure sterrare, scarrare et annettare le pedamenta, quale fabrica ha da essere opra netta fora la facciata di palmi sei a bascio et che venga a finire di palmi quattro sopra e per quanto remanerà con li cordoni, conforme all’ altre principiate nove, quale fabbrica ha d’ essere perfetta.
L’ università dovrà fornire ai mastri solamente la calce, i “quatrielli” e le pietre, mentre essi si preoccuperanno di ponerci tutti afici necessari, maestranza, manipoli e tutte altre cose necessarie.
Otto giorni dopo, con atto dello stesso notaio Cornelio Tollemeto, l’ università stipula un’ altra convenzione col mastro Cornelio Carrieri di Montescaglioso per la ricostruzione del tratto di muraglia sull’ attuale Corso Galliano, vicino alla strada che porta al convento di S. Chiara, visto che era “cascata”.
Un ulteriore tratto di mura verrà commissionato il 13 aprile dello stesso anno ai mastri suddetti, Rizzo e Carrieri, nella zona del fossato del castello.
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