L’auspicata promozione e valorizzazione del bene culturale, più volte propagandata da Mons. Garzia, ha trovato degno erede nel suo successore Mons. Vittorio Fusco, che ha incoraggiato e sostenuto questa ultima opera a stampa, curata da don Santino Bove Balestra e Marcello Gaballo.
Come è anche scritto in copertina, si tratta di una miscellanea di Studi nell’VIII Centenario della nascita di Santa Chiara d’Assisi, presentata in elegante volume di 325 pagine (edizioni Panico-Galatina), in ottavo, con numerosi disegni e foto in bianco/nero e colore, tra cui un prezioso ostensorio argenteo settecentesco, riprodotto in quadricromia sulla copertina e nell’interno .
Presentato da Mons. Fusco ed introdotto da d. Santino Bove, il volume si inserisce a pieno titolo tra le opere a stampa più prestigiose della giocesi, per essere, tra l’altro, corredato di numerosi documenti storici che avvalorano le tesi sostenute dai diversi Autori nei loro saggi.
Una particolare attenzione merita a tal proposito l’eccellente ed ampio contributo di Maria Rosaria Tamblè, che rivisita date e vicende della nostra storia religiosa, specie del periodo medievale, in più occasioni tramandateci artefatte e come tali riprese dagli Autori successivi.
Di taglio diverso, ma altrettanto importanti, sono i saggi dell’abbadessa Diana Papa e del prof. don Marcello Semeraro, per le considerazioni, e le riflessioni che spontaneamente derivano, riguardo la vita consacrata e l’ esempio sempre attuale della “pianticella” di Francesco, Chiara di Assisi.
Accrescono il pregio del volume i due contributi di Luisa Cosi e Marta Battaglini, l’uno concernente l’attività musicale tenutasi nella chiesa nei secoli XVII-XVIII, grazie alla partecipazione di musicanti ed orchestrali di tutta la provincia; l’altro mirante a descrivere e far conoscere l’inedito e prezioso paliotto del nostro monastero, gioiello dell’arte del ricamo.
Nuovi spunti per la ricerca offre il saggio di Marcello Gaballo su un’autentica cronotassi delle badesse e le origini familiari delle sorelle ospitate nel corso dei secoli, quasi tutte nobili “per censo e per titolo” ed in buona parte dirette discendenti dei duchi Acquaviva. Più tecnico, ma comunque interessante, il secondo contributo dello stesso Autore, che si sofferma sull’evoluzione dell’insegna francescana, sull’abito e sul sigillo delle monache.
Altri ausili per gli studiosi vengono poi offerti dall’indice delle scritture del monastero, finalmente reso noto, grazie al paziente e qualificato lavoro offerto da Alessandra Carucci e Paola Valentini, e dalla riedizione del catalogo del “Dono di S. Chiara”, scritto da Maria Teresa Tafuri da Melignano.
Altrettanto importanti, perché inedite, sono le riproduzioni delle bellissime tele conservate nel convento: le foto a colori di alcune di esse, buona parte di scuola napoletana sei-settecentesca, impreziosiscono ulteriormente il volume. Spiccano per la preziosità e la fattura quelle del Solimena e del Lucatelli, oltre a quella cinquecentesca del neritino Antonio Donato d’ Orlando (Vergine Maria con S. Domenico e S. Caterina).
Il lavoro, molto apprezzato e richiesto, più volte recensito sui giornali ed in televisione, è stato presentato nel pomeriggio del 4 aprile 1998, nella suggestiva sala d’accoglienza del monastero clariano, organizzato dall’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali.
Di fronte a numeroso pubblico sono intervenuti Mons. Salvatore Palese, la Dott. ssa Porcaro Massafra ed il Dott. Antonio Cassiano, moderati dal Prof. Benedetto Vetere, che hanno sottolineato l’importanza del volume nei suoi contenuti e nelle diverse piste che esso offre per una ricerca solo apparentemente conclusa.
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