L’opera si impone prepotentemente nel panorama storiografico neritino ed è l’unico saggio completo che sia mai stato scritto fino ad ora su questo insediamento extra moenia, ingiustamente ritenuto da molti come esempio di architettura “povera” e perciò secondaria.
Fin troppo evidente il certosino lavoro e la paziente ricerca, probabilmente decennale, che l’autrice ha condotto per dare giusto merito agli umili frati ed al loro operato silenzioso in secoli di presenza cittadina. Centinaia e forse migliaia di pagine di rogiti notarili, tra 1500 e 1800, svariati documenti di archivi diocesani e generalizi, innumerevoli escursioni negli insediamenti cappuccini regionali, fitta corrispondenza e scambi di opinioni con esperti e studiosi, tutto emerge fin troppo palesemente ed attesta la serietà del lavoro e l’indiscutibile fondatezza di quanto narrato con toni semplici, ma incisivi.
Vi si trova di tutto: dall’architettura alla pittura, dalle cronache alle dicerie, dal rogito alla leggenda, perché la passione e l’ardore di chi scrive mai ha tralasciato il minimo particolare ed anche l’evidente, che finora nessuno aveva così dettagliatamente descritto.
Inusuale ed assai utile la pista cronologica documentaria cappuccina, compresa tra 1569 e 1959, così come necessari e ben curati sono l’appendice documentaria e gli indici. Una particolare menzione alla documentazione fotografica, ai rilievi ed alle ricostruzioni grafiche, che interessano anche i meno addetti a lavori così completi ed esaurienti.
di Rosi Fracella, Martina Franca (Taranto), Congedo Editore-Galatina, 2004. 418 pagine, con 439 tra rilievi e fotografie b/n e colore.
Documentazione iconografica di Giovanni Malacari e Giuseppe Alemanno. Biblioteca di cultura pugliese, n° 148. 50 Euro.
Presentazione di p. Ferdinando Luciano Maggiore; prefazione di Giuseppe Alemanno
(Marcello Gaballo)
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