di Armando Polito
Due tavole distinte, invece, illustrano il tema in un’edizione uscita per i tipi di Giovanni di Tornes a Lione nel 1559.
Le due tavole che seguono sono dell’incisore tedesco Virgil Solis (1514-1562), a corredo di un’edizione delle Metamorfosi a cura di Johannes Posth (1537-1597) uscita per i tipi di Corvino, Feyrabent ed eredi Galli a Francoforte nel 1563. Sono le stesse tavole dell’edizione di Lione del 1559 con un’inversione speculare.
Le due successive, dell’incisore italiano Antonio Tempesta (1555-1630), sono a corredo di un’edizione dell’opera ovidiana pubblicata a spese di Pietro de Iode ad Anversa nel 1606
Nella tavola che segue, a corredo di un’edizione uscita per i tipi di Le Mire e Basan a Parigi nel 1770, la presenza di altri personaggi mitologici è ridimensionata dal primo piano riservato ai nostri due giovani.
Se la presenza di una rappresentazione grafica della favola appare scontata in un’edizione delle Metamorfosi, una prova della sua popolarità è data dal fatto che essa compare pure nel frontespizio di volumi (di seguito un esempio del 1537) il cui argomento nulla ha a che fare col poeta latino e con la stessa favola.
La celebrazione di questa tragica storia d’amore non poteva certo mancare in un genere letterario che ebbe enorme diffusione nei secoli XVI-XVII, la cui produzione è costituita sostanzialmente da una serie di schede ognuna delle quali con un testo e la relativa immagine tratta un argomento di natura morale. Di seguito quella presente nel Thronus cupidinis, di anonimo, uscito nella terza edizione per i tipi di Guglielmo Giansonio ad Amsterdam nel 1620.
Innumerevoli le stampe sciolte. Qualche esempio, a cominciare da un’incisione del 1505 di Marcantonio Raimondi, custodita nella Biblioteca nazionale di Francia.
È la volta di un’incisione di Lucas van Leyden del 1514 che integra con il suicidio di Tisbe la già vista rappresentazione sintetica di Georges Wickram.
Di seguito una xilografia del 1528 di Heinrich Aldegrever (Monaco, Staatliche Graphische Sammlung) e due dipinti di Gregorio Pagani (1558-1605) custoditi, rispettivamente, a Firenze nella Galleria degli Uffizi e a Bibbiena nel Palazzo comunale.
(CONTINUA)
Per la prima parte:
https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/06/15/gelsi-dellincoronata-mi-piace-ricordarli-cosi-13/
Per la terza parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/06/19/gelsi-dellincoronata-mi-piace-ricordarli-cosi-33/